sabato 23 giugno 2012

Il circo italiano chiamato “politica”


Ce n’é per tutti i gusti, davvero un’ampissima scelta.
Andiamo con ordine. Partiamo con la sinistra.
La sinistra e il Pd sono spaccati tra correnti e candidati pronti al voto, ognuno con le sue idee e i suoi principi. Tra l’incapacità di Bersani di essere un leader, di riconoscere la crisi interna ed esterna al partito e di fare una seria opposizione, un Nichi Vendola che appare e scompare senza un chiaro obbiettivo e un Matteo Renzi bersagliato dai colleghi che lo insultano (dandogli del semplice portaborse) e dai giornali che lo inseriscono nei complotti della destra, in combutta con Berlusconi. Lui però, sorride e va avanti.
Passiamo al centro.
Casini e Udc sono in balia del vento, e a loro va benissimo così. Si spostano a seconda di come tira l’aria. Fino a qualche tempo fa con Berlusconi andava bene e lì restavano. E’ invece di qualche giorno fa la notizia di una probabile alleanza con la sinistra riformista, guarda caso proprio quando il Pdl affonda nei sondaggi mentre “l’opposizione”, a stento, regge. Della serie: se non puoi convincerli, confondili.
Probabilmente l’Udc non ha nemmeno un programma politico, o forse ne ha tanti, completamente diversi e intercambiabili a seconda delle situazioni. Ma non è ancora detta l’ultima parola, con la ridiscesa in campo del Cavaliere magari ci ripensano.
Ma ora viene il bello: la destra.
La Lega pareva essere devastata dagli scandali in casa Bossi. Nonostante tutto Umberto Bossi è ancora lì, ma come se non bastasse lo fanno ancora parlare ai comizi. Il popolo della Lega dev’essere veramente confuso, o cieco.
I paladini del popolo lombardo, come in una travagliata storia d’amore, sono tornati a braccetto con il Pdl proprio qualche giorno fa bloccando i tagli ai parlamentari. Insomma un tira e molla degno dei libri di Moccia.
Parlando di Pdl non si può non parlare di rinnovamento. E che rinnovamento!
Fino a qualche settimana fa Alfano parlava di volto nuovo per il partito, una nuova forza politica al servizio degli italiani. Poi arrivano le pazze idee di Berlusconi, che Libero interpreta come: Gerry Scotti premier (qualcuno faccia tacere Belpietro). Ma ecco che il Cavaliere, dopo mesi dietro le quinte, torna rampante e gagliardo. Torna per riprendere le redini del deragliante Pdl (e magari dell’Italia), per –e cito- “portare innovazione nel partito, aprire ai giovani”. Lo dice lui dai suoi quasi 80 anni e dalla sua ventennale esperienza politica affiancato dai soliti Alfano, Santanchè, Gasparri e Letta, ma magari ora apre le porte alle giovani di Arcore.
Ma c’è da preoccuparsi. Perché Mr. B. ha studiato Grillo (e non Cicerone) per carpire al meglio la sua arte oratoria e politica. Di male in peggio.
Non possiamo dimenticarci certamente di Formigoni. Il presidente che proprio l’altro giorno esponeva il suo ritratto (“Nella destra teneva sette stelle” by Doriano Scazzosi), dal volto sofferente e ispirato, al Pirellone e che, proprio oggi, pare essere tra gli indagati nell’inchiesta sulla sanità. Lui dice di non saperne nulla. Ma, d’altronde, lui non sapeva niente neanche di Daccò, del suo assessore Antonio Simone e della fondazione Maugeri. Un invito spensierato diretto al Presidente della Regione è quello di informarsi un po’ su chi ha attorno e sui soldi che si trova nelle tasche. Ma tranquilli, non si dimette mica.
Infine non va trascurato il Movimento a 5 Stelle e il fenomeno Grillo. Tra il parmigiano Pizzarotti impantanato nella formazione della sua giunta (tra dietrofront e dimissioni) e i sondaggi che vedono il M5s in costante aumento, i soliti politici non risparmiano i commenti sull’antipolitica (anche se sono proprio loro a fomentarla).
In mezzo a tutte queste correnti ci sono gli indefiniti moderati che, come la bella del paese, sono corteggiati da tutti.
In conclusione, ce n’é per tutti i gusti. A parte forse per quelli che, in mezzo a questo fenomeno da baraccone che chiamano politica, vorrebbero qualcosa di serio e di diverso da ciò che ci hanno abituato a vedere in questi anni.

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